Facciamo chiarezza su SM-Covid-19

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Negli ultimi giorni in molti ci hanno chiesto chiarimenti.

Molti utenti ci hanno chiesto quale sia la differenza tra SM-Covid-19 e Immuni, come funziona la nostra app, e se non abbiamo paura di creare confusione.

Permetteteci di cominciare dal punto principale, quello che è stato motivo  di giorni e notti passate a lavorare: la salute.

Il virus SARS-CoV-2 ha messo in grande difficoltà il nostro Paese e l’intero pianeta. La nostra salute prima e la nostra economia ora.

A situazioni eccezionali occorrono risposte altrettanto eccezionali: se è vero che una app non può salvarci dal virus, è anche vero che il tracciamento dei contatti può essere di grande aiuto, purché integrato all’interno di interventi coordinati e intelligenti.

Il monitoraggio e la cura della salute dei cittadini è procedura regolata da norme sulla privacy, con dati sensibili accessibili solo da professionisti e autorità competenti. L’utilizzo della tecnologia, per attività di tracing e analisi del rischio di contagio, è attività complementare e assolutamente distinta dalla mappatura sanitaria, che attiene allo stato di salute dei cittadini. Sono due aspetti fondamentali, interdipendenti, ancorché separati.

L’attività di tracing, di prossimità e di valutazione del rischio di contagio, proposta da SM-Covid-19 non prevede alterazioni a questo stato dell’ arte: la salute è parte integrante del processo post lockdown quanto lo è la ripartenza sicura, con tracciatura dei movimenti dei cittadini per riprendere mobilità e attività economiche essenziali, con la loro creazione di valore al mantenimento e sostenibilità della società, quindi dei cittadini stessi e della loro salute.

Non si tratta di “rinunciare alla privacy” per farci “controllare dal governo”.

Si tratta, molto più concretamente, di concedere la minima quantità di dati in cambio di un sensibile vantaggio per la nostra salute e per la nostra economia. Si tratta di una negoziazione in cui possiamo cedere qualcosa, per il solo tempo necessario, in cambio di un vantaggio chiaro. Anche l’anamnesi clinica ci richiede dati (personali, non anonimi), ma il vantaggio per la nostra salute è evidente.

Abbiamo realizzato una soluzione, in costante evoluzione, che pone a pari livello di priorità la nostra salute e la nostra sicurezza, che vuole offrire alle autorità sanitarie i dati e il supporto per permettergli di svolgere il loro lavoro con maggiore efficienza e a tutti noi di ricevere aiuto e sostegno.

Cosa possiamo fare per aiutare i medici? Cosa possiamo fare per aiutare noi stessi? Abbiamo pensato di utilizzare una tecnologia diffusissima come il Bluetooth, presente sui nostri telefoni, per mantenere traccia di tutte le volte che ci sono dei contatti tanto ravvicinati e per un tempo tale da permettere la trasmissione del virus.  Niente numeri di telefono, niente geo-localizzazione, solamente dati anonimi di contatto.

Solamente nel caso siate venuti in contatto con persone a rischio, ve lo segnaliamo sul vostro dispositivo, invitandovi a concedere il vostro numero di telefono e ad attivare il GPS perché le autorità sanitarie possano aiutarvi al meglio.

È arrivato il momento di fugare alcuni dubbi e di avanzare alcune proposte.

Centralizzato o decentralizzato?

Si è fatto un gran parlare di dati centralizzati, come previsto da noi, contro dati decentralizzati come proposto da altre soluzioni. C’è una ragione semplicissima per i dati presenti su un database: devono essere accessibili alle autorità sanitarie. Come può il medico aiutarvi se non lo mettiamo in condizione di trovarvi, dopo che voi, ancora anonimi, avete deciso di rispondere alla parziale rinuncia di privacy a seguito di ricezione del messaggio di esposizione a persone a rischio?

Contatti di primo o di secondo livello?

C’è anche una seconda ragione per dati centralizzati e anche questa è molto semplice: con i dati centralizzati si può accedere ai contatti anche di secondo livello, e molto oltre, in modo immediato. Dall’ inizio abbiamo creato un algoritmo per stimare la probabilità di essere stati in contatto con il virus. Con i dati decentralizzati ogni dispositivo può accedere solo ai primi contatti. Detto in altre parole, se si seguono solo i contatti di primo livello non si possono individuare i potenziali asintomatici.

L’assenza di dati centralizzati renderebbe estremamente arduo calcolare  e distribuire l’indice di rischio ai dispositivi che non si conoscono. 

iPhone o Android?

Questo punto è essenziale e, stranamente, oggi poco evidenziato. Forse a molti è sfuggito che non è difficile realizzare una app che possa essere installata su Android o iOS. Un po’ più difficile  è far comunicare tra di loro i due mondi; nel caso specifico del contact tracing, permettere ai due mondi di rilevarsi a vicenda senza perdere troppa informazione utile.

Non a caso, Google e Apple hanno da poco annunciato l’inizio di una collaborazione per introdurre il supporto al contact tracing nei loro sistemi operativi; un protocollo definito di comune intesa, che permetterà agli sviluppatori di implementare le loro soluzioni di tracing in modo molto più semplice e rapido. 

Per avere un contact tracing efficace, è necessario rilevare anche contatti che avvengono tra due dispositivi con sistemi operativi diversi. E con sistemi operativi diversi, intendiamo anche versioni diverse di Android (versioni OEM) e non solo Android e IOS: perdere troppi di questi contatti (circa il 30% dei dispositivi in Italia usa iOS) non può che avere come esito il degrado della precisione di tutto il sistema

E infatti, il nostro primo obiettivo è stato quello di studiare come ridurre al minimo la “perdita di potenziali contatti efficaci” imposta dalle limitazioni dei vari sistemi operativi presenti sul mercato e tuttora lavoriamo per rendere quanto più compatibile possibile la nostra soluzione con l’ampia gamma di dispositivi sul mercato (soprattutto dispositivi con sistema operativo Android OEM). 

Il secondo obiettivo è stato quello di implementare, ove necessario, procedure semplici che permettessero agli utilizzatori (di Android e di iOS) di attivare le funzioni di contact tracing e di mantenerne l’esecuzione attiva, nei momenti di maggior spostamento (es: passeggiate, shopping o comunque momenti passati fuori da una zona sicura), in modo da ridurre al minimo la perdita di informazione utile.

Altro obiettivo che ci siamo posti è quello di fornire un’app da installare e da lasciar lavorare. E non possiamo non ringraziare tutti i feedback che ogni giorno ci arrivano da chi sta testando l’App e da tutti i Beta Tester che ci aiutano. 

E questo ci porta alla prossima domanda:

Opensource o verificato?

Il nostro codice è disponibile? Sì, ma non a tutti!  Ad essere disponibile a tutti è la soluzione e il supporto all’interoperabilità con App di Terze parti.

Abbiamo detto dal primo giorno che il codice sarà reso disponibile alle Autorità governative, che lo potranno far controllare ai loro esperti, per garantire tutti e anche per garantire noi. Siamo orgogliosi del lavoro svolto fin qui, lavorando internamente e coinvolgendo partners e professionisti esterni, tutti pro bono, per realizzare un’app scaricabile gratuitamente.  

Una sola o tante app?

Troppe app non rischiano di complicare la situazione? Tralasciando il fatto, evidente, che a oggi non ci sono sugli store altre app Italiane dedicate al contact tracing oltre la nostra, vogliamo ribadire che non è nostra intenzione entrare in competizione con chicchessia, piuttosto collaborare con tutti quanti saranno in grado di “dialogare e interoperare”.

Deve, però, essere chiaro a tutti che stiamo affrontando un problema sanitario ed economico di dimensioni senza precedenti. 

Tutti possono e devono dare un contributo. 

Noi stiamo facendo del nostro meglio mettendo a disposizione, delle Regioni o di qualunque Autorità sanitaria, dei dati utili. I dati sono l’elemento utile, non le app

Un po’ come per questo documento, non vi interessa sapere se abbiamo usato Word, LibreOffice o OpenOffice, ma che siete in grado di leggerlo e di aggiungere i vostri commenti. Ognuno può aggiungere il suo contributo e realizzare molteplici soluzioni, purché si condividano alcuni punti di base. 

Avremmo dovuto rinunciare ad acquisire questi dati e restare in attesa? Perché? Con il dovuto rispetto per il lavoro di altri, quello che stiamo facendo è una risorsa per tutti e non toglie nulla a nessuno. Alla fine di questa lettera, offriremo i nostri suggerimenti perché si possa rapidamente convergere, non solo a livello italiano ma anche a livello europeo, a una soluzione utile e interoperabile.

Dati sensibili

Infine, la domanda che turba molte persone (anche per via di una comunicazione frammentata sui giornali): quali sono i dati che l’app acquisisce e che potrebbero essere rubati dai malintenzionati? Abbiamo già detto che non ci sono dati sensibili. Volete vedere voi stessi?

In questo caso, il dispositivo (per essere precisi l’app) smc19_4c22c57ccbf40068 si è trovato a circa 6 metri dal dispositivo smc19_55523dca796dc11b; è stato usato il BLE il 21 aprile alle ore 20:12, il contatto è durato 6 secondi. Gli identificativi univoci sono rigenerati ogni 15 minuti. L’accesso ai dati è protetto.

Questi sono i dati che acquisiamo: nessun dato sensibile o sanitario.

Come si può avviare un tracciamento utile a tutti? Mettendoci d’accordo su alcuni elementi di base.

Prendendo come riferimento il documento “Mobile applications to support contact tracing in the EU’s fight against COVID-19” del 15 aprile scorso, abbiamo preparato una nostra proposta che troverete a questo link.

 Il Team di SM-COVID-19.

 

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6 commenti su “Facciamo chiarezza su SM-Covid-19”

  1. Vorrei sapere come funziona. Io adesso lo scaricato ma cosa devo fare perché si attivi? Il blootoot è inserito e anche il GPS. C’è scritto rischio 0. Mi sapete dire come funziona. Se no lo disinstallo. Grazie

  2. Io l’ho scaricata ora, volevo solo sapere se qnd sono in casa posso disattivare bluetooth e geolocalizzazione…e riattivarla qnd esco. Io abito da sola e al momento non mi viene trovare nessuno,anche perché sono sogetto a rischio…cmq mi sembra meglio di immuni e semplice da usare. Grazie mille😊

  3. Adler Tofanelli

    Io e mia moglie abbiamo l’app dagli inizi di giugno.siamo entrambi in pensione e con contatti molto simili, tuttavia constato un indice di contatti molto differente. Oggi per prova abbiamo messo entrambi gli i telefonini nella borsetta di mia moglie da stamani. Stasera, al rientro in casa, il telefonino di mia moglie segna 4,68 il mio 68,55. Capisco che ci possono essere valori lievemente differenti,ma così mi pare troppo. Qualcuno mi sa spiegare, o meglio, risolvere il problema? Grazie

    1. Ciao Adler, puoi indicarci se su entrambi i telefoni è installata la stessa versione?
      Inoltre, a partire da Android 10 per permettere una scansione accurata dell’intorno oltre al Bluetooth è necessario attivare anche il sensore GPS.
      Ovviamente, noi non acquisiremo i dati gPS senza il tuo consenso (che si imposta nei Setting) della App.

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